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Zidovudine

Medicinali

ZIDOVUDINE
( Azidotimidina, AZT )



La zidovudine e' un farmaco dotato della capacita' di inibire la replicazione del virus HIV a concentrazioni di 0,1 - 0,5 ug/mL, di molto inferiori al livello citotossico, oltretutto questo livello e' prontamente raggiungibile mediante somministrazione orale o parenterale. L'AZT si e' dimostrato efficace in pazienti affetti da AIDS ed infezioni intercorrenti ed in pazienti affetti dal complesso correlato all'AIDS.

La zidovudine è assorbita rapidamente con la somministrazione orale e raggiunge il picco ematico in 30/90 minuti. La sua biodisponibilità è pari al 65 % della dose somministrata per os o per endovena; l'emivita plasmatica risulta essere di circa 1 ora. In pazienti che hanno ricevuto 1200 mg/die per os, si ritrovano concentrazioni plasmatiche stabili di 1,2 1lg/ ml. Il medicinale riesce a passare la barriera ematoencefalica e si ritrova nel liquor a concentrazioni pari a  circa il 60% di quelle sieriche; esso è anche presente in maniera significativa nel liquido seminale. La molecola viene quasi interamente metabolizzata a livello epatico e viene eliminata con le urine per il 75% sotto forma di metaboliti e per la restante quota come composto attivo.

Il trattamento con questo farmaco ha chiaramente mostrato di migliorare lo stato immunitario, il peso e di conferire un generale stato di benessere oltre ad evitare le infezioni intercorrenti.

Come oramai dimostrato dalle decine di migliaia di casi trattati, la somministrazione del farmaco permette ai pazienti con AIDS di vivere piu' a lungo e meglio, mentre se somministrato ai pazienti con solo una lieve riduzione dei livelli di CD4 esso rallenta la progressione, che comunque rimane inesorabile, verso l' ARC e l'AIDS.

Sfortunatamente questo farmaco ha anche dimostrato di essere tossico per il midollo osseo e quando somministrato per mesi o, peggio, per anni si rendono necessarie ripetute trasfusioni di sangue a causa dell'anemia che provoca (45 % circa dei casi).

L'anemia si manifesta in genere dopo 2-4 settimane dall'inizio del trattamento e  può accentuarsi nel tempo fino a rendere problematica la prosecuzione dello stesso.Un altro sintomo tipico della sua tossicita' e' la neutropenia, particolarmente frequente dopo le prime 12 settimane di terapia ( 30% dei casi ) e più severa nei pazienti con AIDS conclamata.

Altri effetti collaterali consistono in febbre, rash cutaneo, cefalea, nausea, diarrea,mialgia e alterazioni della funzionalità epatica. Ansietà, turbe della coscienza e tremori insorgono dopo la somministrazione di dosi elevate del farmaco ed alcuni pazienti sviluppano talvolta vere e proprie encefalopatie con teoriche capacita' letali.

Gli ultimi studi effettuati hanno dimostrato che anche dosaggi inferiori a quelli citati hanno ancora effetti  rilevanti nel trattamento del virus HIV.



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