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Febbre di Lassa

Virus

FEBBRE DI LASSA





Agente infettivo:
E' il virus Lassa appartenente alla famiglia degli arenavirus ed e' imparentato sierologicamente con i virus della coriomeningite linfocitica con i virus Machupo, Guaranito, Sabia' e Junin.


Cenni clinici:
Si tratta di una malattia virale acuta con una durata compresa tra 1 e 4 settimane. Esordisce gradualemnete con malessere, febbre, mal di gola e cefalea oltre a nausea e vomito, diarrea, dolore toracico e addominale. La vebbere puo' essere sia costante che intermittente.

Nei casi piu' gravi si osserva anche ipotensione o shock, versamenti pelurici, encefalopatia, emorragie ed edema del volto e/o del collo.

L'albuminuria e l'emoconcentrazione sono sintomi comuni durante l'infezione. Nella prima fase della malattia si ha solitamente una linfopenia seguita, poi, da uno stato di neutrofilia. La conta delle piastrine mostra una lieve diminuzione anche se la funzionalita' piastrinica e' anormale. Livelli di SGOT sopra le 150 U/I ed elevata viremia indicano una prognosi alquanto grave.

Se la malattia e' contratta durante la gravidanza si ha un decorso piu' grave e la possibilita' di morte del feto si attesta intorno all'80% dei casi.

Durante la convalescenza si sono avuti casi di alopecia tansitoria e la sordita' rappresenta una sequela nel 25% dei casi con soltanto la meta' di questi che recupera un qualche livello di funzionalita' nel trimestre successivo.

Il periodo di incubazione e' solitamente compreso in un periodo compreso tra i 6 ed i 21 giorni. La diffusione interpersonale puo' verificarsi durante la fase acuta febbrile quando il virus e' presente nella faringe.

Il virus puo' anche essere escreto nelle urine dei pazienti per un periodo da 3 a 9 settimane dall'esordio della malattia.

Il serbatoio naturale del virus sono i roditori selvatici e la malattia e' endemica in Sierra Leone, Liberia, Guinea ed in molte regioni della Nigeria. Alcuni casi sono stati notificati anche nella repubblica centro Africana, nel Congo, nel mali e nel Senegal.

Virus simili dal punto di vista sierologico ma di inferiore virulenza sugli animlai di laboratorio presenti sia nel Mozambico che nello Zimbabwe sono stati ancora associati ad infezione umana.

La trasmissione avviene principalmente attraverso aerosol o contatto diretto con gli escreti dei roditori infetti lasciati su superfici quali pavimenti, letti  o addiritura nel cibo.

E' possibile anche la trasmissione interpersonale e l'infezione di laboratorio, partocolarmente negli ambienti ospedalieri tramite contatto diretto o per inoculazione con aghi contaminati, secrezioni faringee o urine del paziente. E' possibile anche la trasmissione da persona a persona per contatto sessuale.

A seguito della malattia si sviluppa una certa immunita' la cui durata, al momento, non e' pero' nota.


Diagnosi:
La diagnosi viene posta tramite l'evidenziazione degli anticorpi della classe IgM e dell'antigene attraverso i metodi ELISA o la PCR.

E' anche possibile isolare il virus dal sangue, adlle urine o dai gargarizzati e la dimostrazione della sieroconversione degli anticorpi della classe IgG tramite metodi ELISA e IFA.

Particolare cura deve essere posta nel maneggiare i campioni di laboratorio che possono essere molto pericolosi, dovrebbero essere usati sistemi di sicurezza BSL4.

Il riscaldamento del siero a 60'C per una ora e' in grado di inattivare in larga parte il virus q euindi il siero puo' successivamente essere utilizzato per misurare quelle sostanze stabili al calore quali gli elettroliti, la creatinina e l'azoto.


Cura:
Il paziente deve essere immediatamente isolato. Tutti gli oggetti venuti in contatto con il paziente o i suoi escreati devono essere disinfettati con ipoclorito di sodio o di fenolo allo 0.5%.

La ribavirina si e' dimostrata efficace sopratutto se somministrata entro i primi 6 giorni dall esordio della malattia. Il dosaggio e' di 30 mg/Kg. e.v. all'inizio, seguiti da 15 mg/Kg ogni 6 ore per 4 giorni e quindi 8 mg/Kg. ogni 8 ore per altri 6 giorni.




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