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HERPES VIRUS IN GRAVIDANZA
Il 90% delle infezioni erpetiche neonatali viene acquisito nel periodo perinatale per contatto diretto con le secrezioni infette durante il passaggio nel canale del parto, il 5/8% è dovuto al passaggio transplacentare del virus e i rimanenti casi sono acquisiti nel periodo post-
La maggior parte dei neonati con infezione erpetica nasce da madri senza segni di infezione genitale. L' HSV 2 è responsabile del 70% circa dei casi e si associa generalmente anche ad una malattia di maggiore gravità. Il rischio di infezione neonatale è particolarmente alto ( 50% dei casi ) nelle donne che acquisiscono l'infezione erpetica in gravidanza, sopratutto se in prossimità del parto, mentre si riduce al 5% nelle donne con herpes genitale ricorrente antecedente alla gravidanza.
L'infezione transplacentare, più frequente durante l'infezione acuta, si associa ad aborto spontaneo, morte intrauterina od al parto pretermine di un bambino di basso peso.
Nei neonati infettati in utero le manifestazioni cliniche si presentano già alla nascita o entro la 1^ settimana di vita, mentre compaiono 1-
Le manifestazioni dermatologiche generalmente associate all'infezione erpetica sono:
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Talvolta l'infezione è asintomatica.
La necessità della terapia antivirale delle madri con infezione genitale acuta nell'ultimo periodo della gravidanza rimane ancora da chiarire, i segni di disseminazione erpetica ( lesioni cutanee associate ad interessamento multiviscerale con epatite necrotizzante e/o encefalite, eventualità rara ma con mortalità superiore al 50% ) nella gestante autorizzano la somministrazione di acyclovir e.v.
Le donne con infezione erpetica recidivante dovranno, al momento del parto, presentarsi precocemente in ospedale per eseguire sia un attenta visita medica sia accertamenti colturali delle secrezioni cervicali per l'isolalmento virale; la presenza di lesioni erpetiche genitali è infatti indicazione al parto cesareo.
L'utilizzo di acyclovir è invece controverso a causa della bassa incidenza di infezione neonatale ( 1% ), con un rapporto rischio beneficio basso, considerando anche il possibile rischio di nefrotossicità fetale.