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INFEZIONI MATERNE
Nella donna gravida le infezioni sono da considerare con molta attenzione a causa delle duplici conseguenze su madre e bambino. L'infezione del feto ( inteso come il prodotto del concepimento alla fine dell'ottava settimana di gestazione alla nascita ) viene definita congenita quando contratta durante la vita intrauterina e connatale quando acquisita durante il parto. Sono chiamate perinatali le infezioni contratte dalla 28^ settimana di gestazione al 7^ giorno dopo la nascita.
La più frequente modalità di trasmissione di un infezione congenita è quella transplacentare con invasione ematica fetale; con maggiore rarità il feto può essere contaggiato da tessuti adiacenti infetti, per esempio organi genitali, oppure quale conseguenza di manovre invasive per la diagnosi e/o la terapia di disordini fetali ( trasfusione intrauterina ecc. ).
Il deficit di risposta TH1 che consente una maggiore permanenza in circolo dei microrganismi rappresenta la più frequente modalità di trasmissione dell'infezione al feto.
Fra le infezioni congenite a trasmissione transplacentare di più recente riconoscimento voglio ricordare il parvovirus B19, la Borrelia burgdorferi e il virus dell'epatite C.
Purtroppo la patologia infettiva in gravidanza rappresenta ancora oggi una delle principali cause di mortalità e morbilità fetale. Per questo motivo tutte le donne in gravidanza vengono sottoposte di "routine" alla valutazione diagnostica delle infezioni del complesso TORCH ( in verità molte altre infezioni dovrebbero essere ricercate alla causa della capacità di trasmettersi al feto ).
Il complesso TORCH è costituito da T. gondii ( TO ), virus della rosolia ( R ), Cytomegalovirus ( C ) ed Herpes Simplex ( H ).
Con questa verifica è possibile lo stato di immunizzazione della madre e nelle donne non protette dare le opportune indicazioni di profilassi. Inoltre, in caso di infezione acuta, è anche possibile eseguire una terapia corretta per evitare la trasmissione transplacentare ed evitare le possibili conseguenze sul feto.