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Filariasi

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FILARIASI

Agente infettivo:Si tratta di lunghi vermi a turacciolo conosciuti come Wuchereria bancrofti, Brugia malayi e Brugia timori.


Cenni clinici:
L'infezione e' causata da un verme nematode  che di solido si insedia nel sistema linfatico delle persone infette ( filariasi linfatica o elefantiasi ) o nei tessuti sottocutanei ( oncocerchiasi).

Le femmine producono microfilarie che approdano al sistema circolatorio da 6 a 12 mesi dopo l'infezione. Sono note due varianti. nella prima le microfilarie circolano nel sangue periferico durante l;a notte con un picco nel periodo compreso tra le 22 e le 2.

Nella seconda variante le microfilarie circolano continuamente nel sangue periferico e presentano il massimo picco durante le ore diurne. Quest'ultima forma e' endemica nel Pacifico meridionale ed in alcune zone dell asia sud-orientale.

Tra i sintomi abbiamo febbre acuta ricorrente, linfadenite, linfadenite retrograda, idrocele, chiluria ed ele
fantiasi delle estremita', delle mammelle e dei genitali.

In alcuni casi puo' comparire anche asma notturno.

Nel medio e lungo periodo il 30% dei colpiti avra' problemi alla vista e il 10% dei colpiti andra' incontro alla cecita'


Modalita' di trasmissione:
la trasmissione avviene attraverso la puntura di una zanzara che veicoli larve contagiose.


Diagnosi:
Il metodo piu' utilizzato consiste nell esame degli strisci di sangue periferico, qualora le microfilarie siano di difficile diagnosi in quanto scarse  e' possibile aumentare la sensibilita' di questo metodo facendo lisare le amzie con detergenti e, con l'aiuto di un filtro, ottenere un deposito di globuli bianchi e microfilarie.

Occorre poi colorare gli strisci con il metodo di Giemsa e osservare il tutto con il microscopio. Secondo recenti studi sembra che l'identificazione di antigeni mediante l'uso di anticorpi contro le filarie possa diventare in un prossimo futuro un metodo piu' sensibile e conveniente.


Cura:
Al momento non disponiamo di un trattamento particolarmente efficace. Farmaci quali la dietilcarbamazina o l'ivermectina riescono a ridurre la carica di microfilarie ma non possono nulla contro i vermi adulti.

La dietilcarbamazina ha anche il brutto effetto collaterale di produrre gravi reazioni sistemiche in alcuni pazienti.

Si sospetta che questo effetto sia dovuto all'improvviso rilascio di grandi quantita' di antigeni che consentono la formazione di complessi antigene-anticorpo. Nel caso della oncocerchiasi si sconsiglia l'uso della dietilcarbamazina perche' questa puo' addirittura esacerbare la patologia.

In questo caso una singola dose di ivermectina puo' ridurre la carica di microfilarie nella cute per un periodo di circa 6 mesi.

Sempre nell'oncocerchiasi l'escissione chirurgica dei noduli sottocutanei rimuove la fonte di microfilarie e riduce qundi in maniera considerevole il rischio di cecita'.




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