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DENGUE
Agente infettivo: L'agente infettivo della febbre dengue ( chiamata anche febbre rompiossa a causa del sintomo piu' evidente ) e' un arbovirus, ossia un virus trasmesso da artropodi, appartenente alla famiglia dei flavirus ( sierotipi 1, 2, 3 e 4 ).
I flavirus hanno virioni ricoperti che contengono un genoma a RNA a singolo filamento con polarita' positiva.
L'RNA serve come RNA-
Cenni clinici: Si tratta di una malattia febbrile acuta, dopo un incubazione che varia dai 3 ai 14 giorni con una media di 7, si ha l'inizio brusco della malattia con febbre alta per un periodo di 3/5 giorni ( raramente la febbre dura per piu' di 7 giorni e spesso e' ad andamento difasico ), mialgia, cefalea, atralgia, disturbi gastrointestinali, rash e dolori retro-
Talvolta puo' comparire un eritema generalizzato. In coincidenza con il terminare dello stato febbrile compare un rash generalizzato a carattere maculopapulare. Durante la fase febbrile possono comparire fenomeni emorragici minori quali epistassi, petecchie e gengivorragie. Occorre tenere presente che nei soggetti a pelle scura il rash, di solito, non e' visibile.
Le infezioni da dengue causano un aumento della permeabilita' vascolare con manifestazioni inusuali di sanguinamento.
La guarigione e', il piu' delle volte, accompagnata da un senso prolungato di affaticamento e di depressione.
E' altresi' comune un quadro di linfoadenopatia e di leucopenia con lnfocitosi relativa, talvolta si presente anche un quadro di trombocitopenia (meno di 100.000 piastrine/mm3) e l'ipertrasnsaminasemia.
I virus dengue sono endemici nella maggior parte dei paesi tropicali, in molti paesi asiatici sono altamente endemici.
Il virus viene mantenuto in circolazione grazie ad un ciclo che coinvolge l'uomo e la zanzara Aedes aegypti nei centri urbani delle zone tropicali.
Nel sud est asiatico e nell'africa occidentale esiste anche un ciclo che coinvolge un complesso scimmia-
I pazienti sono solitamente contagiosi per le zanzare da poco prima della fine della fase febbrile ( soitamente 3/5 giorni prima ), la zanzara a sua volta diviene contaggiosa 8/12 giorni dopo aver ingerito sangue virulento e lo rimane per tutta la sua vita ( una stagione ).
Occorre dire che il virus non ha la capacita' di ledere la zanzara.
La suscettibilita' nell'uomo sembra essere universale anche si studi recenti sembrano dimostrare che i bambini presentano soitamente una malattia piu' lieve degli adulti.
La guarigione dall'infezione di un certo sierotipo garantisce l'immunita' di tipo omologo per tutta la vita, ma non fornisce assolutamente alcuna protezione contro gli altri sierotipi anzi puo' peggiorare successive infezioni.
Diagnosi: Nei paesi dove la malattia e' endemica i medici non hanno difficolta' ad emettere la diagnosi basandosi sui sintomi.
Di norma non si riesce ad isolare il virus dal sangue perche' la fase viremica e' troppo breve. Il virus dovrebbe essere isolato da tessuti, come il cervello, ma occorre disporre di un laboratorio ben attrezzato e con rigidi protocolli per evitare il contagio al personale del laboratorio stesso.
Il test sierologico solitamente usato e' quello della fissazione del complemento. Si tratta di uno dei piu' vecchi test sierologici di cui disponiamo, risalente ai primi anni del secolo scorso ( era usato per emettere la diagnosi di sifilide ed e' noto come test di Wassermann ).
Altre possibilita' diagnostiche sono fornite dalle reazioni di emoagglutino-
E' necessario precisare che gli anticorpi della classe IgM ( i quali indicano un infezione in atto, o comunque recente )sono rilevabile nel sangue 6/7 giorni dopo l'esordio dell'infezione.
Cura: Non esistono terapie specifiche per questa malattia e questo deve servire a sottolineare maggiormente l'importanza della prevenzione.
Nei paesi dove questa malattia e' endemica e' assolutamente necessario controllare attentamente la proliferazione dei vettori ( le zanzare ). La terapia sara' necessariamente sintomatica.