Virus, batteri e Co...

Vai ai contenuti

Menu principale:

Sifilide

Batteri

SIFILIDE





Batterio:
L'agente infettivo e' il treponema pallidum, una spirocheta. Appartiene ad un gruppo di batteri con un aspetto molto caratteristico.

Si tratta di batteri ampiamente diffusi in natura ( malattia di Lyme, febbre ricorrente, leptospirosi nell'uomo, negli altri animali provocano altre malattie ), sono cellule elicoidali sottili e alquanto lunghe.

Il treponema p. e' talmente sottile ( 0,1-0,2 um ) da necessitare di un apposita colorazione ( impregnazione d'argento o immunofluorescenza ) per essere osservabile al microscopio, oltre, naturalmente ad una speciale illuminazione ( microscopio in campo scuro ).

Quando si osserva un preparato simile esso presenta un movimento e un avvolgimento caratteristici: a cavatappo.

Questi micro-organismi assomigliano ai Gram-, presentando una membrana esterna ricca di lipidi ma priva dei classici polisaccaridi. Non crescono nei terreni di coltura standard.


Cenni clinici:
Si tratta di una malattia acuta e cronica. Clinicamente si ha una lesione primaria che si manifesta circa 3 settimane dopo il contagio, si presenta come un ulcera indurita, indolore e con un essudato sieroso. Compare sempre nel punto di penetrazione del batterio. Se non curata adeguatamente guarisce da se in circa 4-6 settimane.

Talvolta dopo 4-6 settimane, compare anche un eruzione cutanea accompagnata da lievi sintomi. Queste manifestazioni secondarie si risolvono spontanemante in un periodo che va' da alcune settimane ad un anno.

Successivamente ( fase terziaria ), in un periodo che puo' andare da pochi mesi a vari anni e durante i quali vi possono essere recidive delle lesioni contagiose delle mucose, possono comparire lesioni del sistema nervoso centrale che si posono ad esempio, mostrare come una forma di meningite, lesioni del sistema cardiovascolare ( ad esempio lesioni invalidanti dell'aorta ). demenza puo' comparire negli stadi finali della malattia.

Nella donne gravide  in presenza di infezioni in fase precoce ( se non trattate ) il rischio di infezione del feto e' altissimo, questo rischio si riduce di molto nei periodi di latenza.


Diagnosi:
Fino al 1906 i medici che dovevano porre una diagnosi di sifilide si basavano unicamente sulle manifestazioni cliniche della malattia. Nel 1906 Bruck, Neisser ed il celebre Wassermann rilevarono che mescolando estratti di fegati di lattanti morti per sifilide congenita con sieri di adulti sifilitici si aveva una flocculazione.

Successivamente si vide che la medesima reazzione si aveva anche con parti di fegati sani o altre tessuti. In pratica i sieri dei pazienti sifilitici contenevano anticorpi che naturalmente reaggivano con un normale tessuto sano.

Il principale responsabile della flocculazione si rivelo' essere un lipide presente nelle membrane mitocondriali, la cardiolipina. Ancora oggi non si sa' perche' i pazienti sifilitici sviluppino questi strani anticorpi. Partendo da questo saggio ne vennero pi sviluppati altri piu' semplici, rapidi ed affidabili.

Attualmente il piu' usato e' il VDRL ( Venereal Disease Reference Laboratory ), seguito poi dal RPR ( Rapid plasma Reagin ). Sono entrambi rapidi e di semplice esecuzione. Altri test piu' specifici sono il Fluorescent Treponemal Antibody test ( FTA)  e il Treponema pallidum immobilization (TPI).

Nel saggio FTA si mescola il siero del paziente con un sottile strato di Treponema pallidum e lo si lascia reagire. Si aggiungono poi anticorpi fluorescenti di pecora o di coniglio diretti contro le gamma-globuline umane. Questi reaggiscono con gli anticorpi umani rendendo i treponemi visibili al microscopio fluorescente.


Cura:
Fino alla scoperta della pennicillina l'unica cura disponibile consisteva in un compsto contenente arsenico che fu' sintetizzato da Ehrlich nei primi anni del 900, la sua importanza storica e' notevole, si tratta infatti del primo chemioterapico di sintesi con un efficacia dimostrata).

Il composto era stato battezzato 606 in onore dei 605 tentativi falliti. La terapia consisteva nella somministrazione ( lunga e costosa ) di arsenico e mercurio ( talvolta bismuto ) per un  periodo che variava da un minimo di 3 mesi a 2 o 3 anni.

Un altra possibilita' consisteva nell'indurre la febbre al paziente contando sulla termosensibilita' del batterio. La febbre era indotta mediante l'inoculazione dei batteri del tifo uccisi e delle sua endotossina o mediante l'inoculazione della malaria.

Oggigiorno disponiamo di un farmaco molto potente nei confronti del Treponema, la penicillina G benzatina. Che pero' si sta' dimostrando spesso inefficace nei pazienti con neurosofilide, infettati con l'HIV, cio' e' dovuto, probabilmente, all'incapacita' della sospenzione di pennicillina di superare la barriera emato-encefalica per raggiungere poi una concentrazione efficace.



Torna ai contenuti | Torna al menu