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I RICOSTITUENTI
I cosidetti farmaci “ricostituenti” non vengono mai citati nei libri di farmacologia in quanto essi sono solo una trovata pubblicitaria. La geniale invenzione del reparto Pubblicitario di qualche azienda farmaceutica che, grazie al suo appeal ha rapidamente sconfinato venendo utilizzata da una moltitudine di aziende.
Il termine stesso è, di per se alquanto attraente ma ad una più attenta analisi appare assurdo che una manciata di vitamine addizionati di sali minerali o di aminoacidi possa “ricostituire” un organismo in cattive condizioni.
Fino ad alcuni decenni or sono le vitamine erano certamente utili e continuano ad esserlo in casi estremi, quando cioè l'alimentazione è/era carente per quantità e varietà ma oggi, nei paesi industrializzati con l'abbondanza di cibo ben conservato l'apporto delle vitamine necessarie all'organismo è certamente assicurato e quindi non sono necessarie "aggiunte".
Purtroppo i produttori di vitamine stanno utilizzando a scopi promozionali un filone di ricerche che si occupa dei processi ossidativi nell’organismo.
Nonostante le reazioni di ossidazione facciano parte di un gran numero di processi fisiologici a livello cellulare, si ritiene che un eccesso di ossidazione (stress ossidativo) possa essere alla base di tumori, di malattie cardiovascolari nonché dell’invecchiamento.
Molti meccanismi sono stati in parte postulati e talvolta dimostrati a sostegno di queste ipotesi. In particolare l'evidenza epidemiologica che vegetali e frutta sono ricchi di sostanze antiossidanti e proteggono da tumori e malattie cardiovascolari rappresenta un importante elemento della teoria sopra menzionata.
Occorre però sottolineare che frutta e verdura contengono molte altre sostanze antiossidanti ed anticancerogene non solo riconducibili alle vitamine ad attività antiossidante quali il b-
Grande attenzione, attraverso numerosi studi sperimentali e clinici, è stata perciò dedicata alla possibilità di ridurre tumori e mortalità attraverso l’uso protratto di vitamine ad azione antiossidante.
Alciuni anni or sono, un gruppo di ricercatori, fra cui un italiana, ha pubblicato su "Lancet" la meta-
Il risultato, riassunto in poche parole, stabilisce che non si sono ottenute evidenze riguardanti la possibilità che le vitamine antiossidanti prevengano i tumori dell'intestino; si è osservato invece un aumento della mortalità.
Gli Autori hanno calcolato che per ogni milione di persone esposte a miscele di vitamine antiossidanti (beta-
Le dosi che sono state impiegate (beta-
Per quest'ultima utilizzazione uno degli studi GISSI ha dimostrato che l'assunzione di vitamina E non è, purtroppo, in grado di ridurre la comparsa di infarti miocardici e il numero delle morti cardiovascolari.
Questi studi rappresentano un chiaro esempio di come si debba essere sempre molto critici nei confronti dei trattamenti farmacologici, che vengono proposti sulla base di impressioni derivanti da deduzioni non sperimentali.
Il “tanto male non fa” che è alla base di molte assunzioni ( ma anche di prescrizioni da parte di medici ) di farmaci qualche volta rivela invece aspetti dannosi per la salute quando si provveda a verificarne l'efficacia con studi clinici controllati.
Occorre perciò sempre diffidare di tutto ciò che non ha una base scientifica; la scienza non è infallibile, può sbagliare, ma rappresenta comunque nell'insieme la migliore fonte di informazione tutt'oggi disponibile.
Bisogna resistere alla tentazione di ingerire pillole per rallentare l'invecchiamento o per prevenire i tumori.
Molti nomi attraenti quali integratori alimentari o antiossidanti o antiradicali liberi possono in realtà nascondere insidie che possono essere rese evidenti solo dai grandi numeri e da una sperimentazione veritiera e ben condotta. Sperimentazione che, solitamente è assente in questi prodotti.
Frutta e verdura in abbondanza nonché altre buone abitudini di vita sono ancora la base per poter prevenire il rischio di molte malattie, tumori inclusi.